Quando si opera il Glaucoma – Il Dott. Cristian Pollio, Oculista in Chieti e Pescara, responsabile del Centro Oculistico Polliol

Il Glaucoma è una malattia importante dell’occhio che, se non viene diagnosticata per tempo, può compromettere irrimediabilmente la vista. Grazie alla ricerca, oggi sono disponibili diverse opzioni per curare il glaucoma. Tuttavia, in alcuni casi questa malattia ha delle caratteristiche particolari che la rende particolarmente aggressiva e quindi pericolosa. Sono questi i casi in cui il trattamento farmacologico non è sufficiente per bloccare la progressione della malattia. In questo articolo, tratto dal video riportato qui sopra, il Dott. Cristian Pollio, oculista, fornice informazioni sulla base della sua esperienza per chiarire quando si opera il glaucoma. Il Dott. Cristian Pollio è Oculista responsabile del Centro Oculistico Pollio che si trova a Chieti Scalo ed è al servizio dell’area metropolitana di Chieti e Pescara.

È Importante Capire Lo Stato di Avanzamento della Malattia

La possibilità di arrivare ad un intervento chirurgico per il glaucoma è concreta. Infatti, bisogna prendere seriamente in considerazione l’intervento chirurgico per quei casi di glaucoma quando la malattia si manifesta nelle sue forme aggressive. In particolare l’intervento di glaucoma si deve considerare per quelle forme che vanno in evoluzione, cioè si sviluppano velocemente con impatto soprattutto sul campo visivo e a livello dell’OCT – La Tomografia Ottica Computerizzata. L’OCT è un esame dell’occhio che realizza delle scansioni della retina e della cornea per valutarne lo stato di salute. Questo esame diagnostico non invasivo può determinare i primi danni provocati dal glaucoma, proprio perché il paziente, all’inizio della malattia, non presenta dei sintomi e il campo visivo ancora da una situazione di normalità. Il campo visivo è un esame che stabilisce lo stato di avanzamento della malattia e mette l’oculista nelle condizioni di definire il quadro clinico del paziente.

Quando si Opera il Glaucoma?

Gli esami descritti nel paragrafo precedente sono essenziali per caratterizzare le condizioni del paziente e capire se è un caso che richiede l’intervento chirurgico. Per capire quando si opera il glaucoma l’oculista deve valutare se la progressione della malattia è rapida. Il passaggio dalla terapia farmacologica e/o l’uso del laser alla terapia chirurgica deve essere fatto senza indugio: non bisogna perdere tempo. Ci sono talune situazioni in cui l’oculista è chiamato a dover decidere quando si opera il glaucoma perché questa malattia, in talune situazioni, progredisce con una velocità e una aggressività tali da richiedere un intervento chirurgico.

L’intervento Chirurgico per il Glaucoma

In questi casi particolarmente gravi che richiedono un intervento, bisogna fare degli interventi fistolizzanti che possono essere di due tipi. Questi interventi permettono la fuoriuscita dal bulbo oculare del liquido in eccesso. Il primo di questi interventi consiste nella creazione di buchi naturali che vengono creati chirurgicamente. Questa procedura si chiama trabeculectomia. In alternativa, si esegue un intervento fistolizzante attraverso l’implementazione di una serie elevatissima di valvole, il cui inserimento può risultare più o meno facile da attuare. Il risultato finale conseguito può comportare un abbattimento della pressione dell’occhio. Infatti, molto spesso si riesce a raggiungere un livello di pressione dell’occhio tale da non richiedere una terapia di colliri o terapie con altri farmaci da assumere per via orale, come ad esempio l’acetazolamide. Questo farmaco è un farmaco spesso abusato.

La Cura del Glaucoma può Cambiare Molto tra Oculisti

In Italia ci sono differenze notevoli nella gestione della terapia del glaucoma fra oculisti. Negli anni ottanta, novanta e duemila, si è sempre ritenuto che l’approccio da seguire fosse la terapia medica ossia l’uso di colliri. Si passava quindi alla seconda opzione: terapia laser con un laser caldo che veniva definito ALT (trabeculoplastica con laser ad argon). Questo trattamento laser aveva l’obiettivo di rimodellare il trabecolato attraverso delle piccole ustioni che comportassero l’apertura del trabecolato.

Solo alla fine di questo percorso articolato si arrivava alla chirurgia che non aveva impianti valvolari come oggi. Era una chirurgia efficacissima perché tuttora viene utilizzata con l’impiego di antimetaboliti quali mitomicina e 5-fluorouracile per cercare di non far chiudere le vie di deflusso che vengono create dalla mano del chirurgo creando dei piccoli passaggi di liquido sotto la congiuntiva.

Successivamente è stata fatta la stessa cosa con i sistemi valvolari che hanno tutti come antagonista, purtroppo, la congiuntiva tranne qualche piccolo tipo di stent, quale ad esempio I-Stent, dove la congiuntiva non gioca contro perché sono dei piccoli strumentini che vengono Messi all’interno del travecolato come fossero dei piccoli imbuti per far aumentare il deflusso.

I Risultati della ricerca più recente

La ricerca documentata nello studio LiGHT del marzo 2019 e publicata su Lancet ha stabilito in realtà che è stato un po’ corto circuitato parte medica parte laser parte chirurgica dando un grandissimo importanza al trattamento laser SLT che effettivamente dà la possibilità di ripulire il trabecolato cioè la spugnetta dove defluisce l’umore acqueo andando a procrastinare quanto più possibile la terapia colliri.

Quando si opera il Glaucoma? Dopo la terapia Laser e Medica

Quindi prima il laser poi la terapia colliri qualora fallissero tutti e due si arriva alla chirurgia. Per noi nel Centro Olistico Pollio questo Trend approvato al Centro Oculistico Ospedaliero Moorfields di Londra e in molte altre strutture italiane ed europee è la chiave vincente per stabilire quando si opera il glaucoma, cercando di guadagnare tempo e mantenere il paziente in condizioni ottimali.